blog di Carlo Cuppini

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martedì 6 marzo 2012

In morte di Rami al-Sayed

Ventuno febbraio
duemiladodici
Rami al-Sayed,
mio fratello siriano,
ventisei anni,
una moglie ragazza e una bambina
piccola,
è stato ammazzato
da un colpo di mortaio
mentre riprendeva
il bombardamento
della sua città-teschio.


A ogni colpo un sussulto 
e il grido
- Allahu akbar -
sottovoce però
tanto Dio già lo sa.


Prima di morire
dissanguato
tra quattro infermieri 
- jallah, Rami, jallah! -
ha aperto gli occhi 
un istante
ha mosso un poco 
le labbra.


Ricordatelo
sempre:
ha aperto gli occhi un istante
ha mosso un poco le labbra.


---

February twenty-first
two thousand and twelve
Rami al-Sayed,
my Syrian brother,

twenty-six,
a young wife and a little

baby girl,
was killed
by a mortar round
while filming
the bombing
of his city-skull.

With each shot, a wince
and the cry
- Allahu Akbar -
but subheading
because God already knows.

Before he died
bled
between four nurses
- Jallah, Rami, Jallah! -
he opened his eyes
for a moment 

he moved his lips
a little.


Always remember
this:
he opened his eyes for a moment
he moved his lips a little.



---


VIDEO


1 commento:

  1. come avrei voluto già scriverti per il ciclo di ustica (per le vittime di): oltre a tutto, oltre all'invenzione linguistica, oltre alla militanza, alla resistenza, oltre alla versificazione..oltre a tutto..la tua rabbia si sa tramutare, come vera pietra filosofale, in pietas. una pietas abbacinante, che "impedisce che i morti siano annullati, che le stragi e il dolore umano diventino insignificanti"

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