blog di Carlo Cuppini

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sabato 3 settembre 2011

Lettera a Pierluigi Battista

A commento della sua video-analisi apparsa oggi sul sito del Corriere della Sera, a proposito di un'intercettazione di Silvio Berlusconi ("me ne vado da questo Paese di merda").
http://video.corriere.it/dire-paese-m-non-reato/588bfa3a-d552-11e0-b96a-5869f8404a57


Egregio Pierluigi Battista,
visto che nel suo video-intervento odierno sul sito del Corriere della Sera lei sembra cadere dalle nuvole a causa della reazione degli italiani a un’infelicissima frase di Berlusconi (“me ne vado da questo Paese di merda”), voglio aiutarla a mettere definitivamente i piedi per terra.

1) Lei non si spiega perché “uno” che dica la frase in questione dovrebbe essere “crocifisso”.
Il Presidente del Consiglio però non è “uno” qualunque: è la persona più potente e influente d’Italia. E’ normale, doveroso, che le sue dichiarazioni, iniziative e comportamenti (che siano deliberatamente pubblici o che siano resi pubblici suo malgrado) siano valutati politicamente da cittadini, politici e analisti, anche in mancanza di sospetti di reato, per sapere a che genere di persona abbiamo affidato il massimo del potere politico e le sorti del Paese. Si immagina cosa succederebbe in USA, in Francia, in Inghilterra, se il premier o il presidente venisse sorpreso a dire una frase del genere? Ma forse lei pensa che l’Italia - allegro paesello e simpatica provincia anarcoide – non debba essere sottoposta alle regole, formali o informali, vigenti nelle democrazie normali.


2) Non mi risulta che i magistrati considerino “così tanto importante una conversazione di questo tenore”. Forse lei (come d’altronde lui) ha una sindrome che la spinge a vedere magistrati anche dove non ci sono.

3) Secondo lei il Governo violerebbe la privacy pubblicando sul web le dichiarazioni dei redditi: eppure i registri del Fisco sono consultabili da tutti, in quanto documento pubblico. Un documento pubblico può essere pubblicato e diffuso legalmente attraverso qualunque mezzo. E' a conoscenza di questo? Oppure le sue analisi si basano su supposizioni, sul sentito dire e sugli umori con cui si sveglia la mattina?

4) Mingardi, che lei cita, afferma che rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi è come rendere pubblici gli orientamenti sessuali. Peccato che i gusti sessuali non costituiscono in nessun caso un reato (salvo pensarla diversamente, associando implicitamente l’omosessualità all’evasione fiscale); e in questo ambito, se anche uno dichiarasse pubblicamente l’opposto della realtà, non recherebbe danno ad alcuno. Invece i 2/300 miliardi di euro (la fonte è lo stesso giornale per cui lei lavora) che un certo numero di milionari e miliardari italiani sottrae annualmente alla comunità sono causa del malfunzionamento della sanità, della mancanza di asili, dell’insufficienza dell’assistenza a malati anziani e disabili, della crisi della scuola e dell’università, dell’azzeramento della ricerca scientifica, della disperazione e della morte di persone indigenti che non ricevono dallo Stato l’assistenza minima che è invece garantita dalla Costituzione.


6) I grandi evasori, ben più dei politici, sono quelli che mettono davvero “le mani nelle tasche dei cittadini”. Sono loro la vera Casta, che ci costa ben più di quanto non costino la politica o la pubblica amministrazione. Ma lei deve vederla diversamente. Altrimenti penserebbe che nessuna iniziativa è inopportuna o esagerata nel tentativo di stroncare questa piaga che danneggia economicamente l’Italia più di quanto lo faccia la mafia.


7) L’unica cosa notevole di questa faccenda (che lei però non nota affatto, troppo concentrato su aspetti futili o immaginari) non è tanto il giudizio sull’Italia (“Paese di merda”, detto da chi lo governa e lo modella a sua immagine e somiglianza da parecchi anni), ma il fatto che un Presidente del Consiglio affermi che “tra qualche mese” se ne andrà “da un’altra parte”. Qui si va oltre il patetico folclore del pagliaccio, ed entra in ballo la credibilità di un Governo che continuamente dichiara di voler sopravvivere fino al 2013. Non a caso Berlusconi ha dovuto dare “spiegazioni a tutti i partner europei”. Ma lei vuole "difendere Berlusconi". E non crede che le reazioni sgomente siano legate più a una preoccupazione politica per questa inaffidabilità (“non me ne importa niente”) che allo sdegno umorale (comunque comprensibile) per il vernacolare giudizio sul Paese?

Cordiali saluti
Carlo Cuppini

1 commento:

  1. Se un padre dicesse "non me ne importa niente di questa famiglia di merda" come dovrebbero sentirsi i figli di un tal capofamiglia?

    Se un direttore generale dicesse "non me ne importa niente di questa azienda di merda" come dovrebbero sentirsi i dipendenti di quella azienda?

    Se un pilota di linea dicesse "non me ne importa niente di questo aereo di merda" cosa dovrebbero provare i passeggeri che sta trasportando?

    Chi ha responsabilità piccole o grandi su altre persone non le pensa nemmeno certe frasi. Questa è un'ulteriore dimostrazione che abbiamo un premier pericolosamente irresponsabile.

    Alessandro, Udine

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