blog di Carlo Cuppini

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lunedì 4 gennaio 2010

quaderno quotidiano 92 - ultime notizie di cronaca

(Militanza del fiore - Quaderno quotidiano ottobre 2009-gennaio 2010. Ultima pagina)

Per un motivo o per l’altro, la voce e la poesia di Giovanni Lindo Ferretti hanno sempre accompagnato alcuni momenti importanti: dalle scorribande creative nei centri sociali un decennio fa, fino a una recente, magnifica, disperata scampagnata solitaria, che aveva come pretestuosa linea di fuga -dall'angoscia, dalla città- proprio la ricerca di lui. Partenza prima dell’alba, dall’autoradio, a ripetizione, le canzoni del suo ultimo album. Destinazione: un punto indefinito sull’aspro valico appenninico che separa la Garfagnana dalla montagna emiliana.

Volevo portargli alcune poesie. Non ho trovato la casa di Ferretti, né alcuna traccia fisica di lui, quella volta, naturalmente. Ma mi sono trovato a pellegrinare dentro una giornata di splendida solitudine, facendomi guidare soltanto dall'odore dei funghi, dalle orme dei cinghiali, dalle impronte dei cavalli e dal cielo. Come se fossi sull’altipiano della Mongolia, in cerca di una fontana miracolosa e leggendaria.

Il cielo è stato ampio e profondo con me, quella volta. E la sera, rincasando sfinito e svuotato, meravigliosa.

Mi piace concludere questa militanza del fiore, questa fase di lavoro, costanza e speranza, citando nel titolo alcune parole di Ferretti. Dedicando un breve pensiero a lui: a un uomo che è disceso -e tutto partiva dal discendere, 92 giorni fa, con lo sguardo del cuore rivolto alle discese fatali di Simon Weil.
Partito già dal basso, poi asceso e all’apice, inaspettatamente, istantaneamente, ridisceso. Ancora più in basso, molto più in basso di dove era partito. In un'incarnazione.
Da questo fondo incarnato, Ferretti ha inciso poesia nella pietra del vento, ha dato alle macchine il suo ultimo album, umile capolavoro di terra e passi che mette fine alla pazza parabola di un poeta insurrezionale, tornato all’anonimato, rimasto tale. Musica e poesia, vento e cavalli, alture e asperità. Solitudine, mondo, preghiera, umanità.

Queste sono le ultime notizie di cronaca, scritte in levità su questo quaderno quotidiano. Tre mesi di annotazioni quotidiane: questo è ciò che rimane. Altro verrà, ne avrete notizia.
Per fortuna non c’è bisogno di spiegazioni, commenti, conclusioni o bilanci. Né di finali eclatanti. C’è bisogno di solidi arrivederci, di strette forti di mano. Che l'energia continui a trasfondersi e a circolare, in passaggio di azione, in echi di cuore, in attriti di resistenza.

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