blog di Carlo Cuppini

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martedì 24 novembre 2009

51 - quando eravamo gli irakeni

Quando noi eravamo gli irakeni, gli americani e gli inglesi ci tiravano le bombe. E ci andavano pesante. Come non hanno battuto ciglio a distruggere il Museo Archeologico di Baghdad, il più importante per i reperti delle civiltà mesopotamiche, così non si facevano scrupolo a tirar bombe sui musei italiani, sulle chiese, sui monasteri, sulle case, sui castelli; sulle piccole pievi di campagna. E se americani e inglesi fossero rimasti qualche mese in più dopo la vittoria, e se tale Togliatti non avesse deciso che non valeva la pena fare davvero la rivoluzione, noi non avremmo smesso di essere irakeni nell'immediato dopo guerra: al contrario, saremmo diventati ribelli, terroristi, e avremmo preso legnate ancora più sonore, dagli americani e dagli inglesi (sempre quelli).
Se racconto queste ovvietà, è soltanto per prendere tempo prima di raccontare qualcosa di veramente divertente che non mi vorrei bruciare subito: ma ecco, il momento è venuto.
Di recente è circolata la voce -ne hanno dato notizia i giornali nazionali- che alla fine della Seconda Guerra Mondiale l'Inghilterra stesse valutando la possibilità di cedere le Marche alla Polonia; per lavarsi la coscienza dal fatto di avere ceduto l'intera Polonia a Stalin, probabilmente.
In qualità di marchigiano (sebbene in esilio volontario altrove), la lettura di questa rivelazione mi ha commosso e divertito talmente che devo spendere un ringraziamento postumo per quel volpone di Churchill. Idee surreali come questa meritano di essere ricordate. Un po' come creare uno stato ebraico in mezzo al Medioriente, per dire.
Poi, in qualità di urbinate, ne avrei un'altra da tirare fuori, già che ci sono.
Pare che gli inglesi volessero radere al suolo il Palazzo Ducale di Urbino, perché avrebbero potuto nascondervisi nazisti. Allora come ora, non andavano tanto per il sottile, in queste cose. Dunque bombardarono. E rasero al suolo.
Per fortuna gli anglo-americani, oltre a essere guerrafondai, a volte brillano della già citata vocazione al surreale, che in questo caso evoca il tragico, anzi lo devia: infatti i piloti, consultando le carte, confusero Urbino con Urbania, a circa 20 km, e qui sganciarono le loro bombe, cancellando metà della meravigliosa cittadina rinascimentale. Che però non era il Palazzo Ducale di Urbino.
Comunque, ripensandoci, devono essere tutte leggende. No, certe cose non possono capitare davvero. Anche soltanto a scriverle suonano così ridicole...

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