blog di Carlo Cuppini

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venerdì 9 ottobre 2009

5 - milgram

Ogni volta che per qualche ragione entro in contatto con la stupidità umana mi viene in mente Milgram.
Ispiato dalla visione del processo al nazista Eichman che si svolse a Gerusalemme nel 1960, lo psicologo statunitense ideò un esperimento sociale. Reclutatò dei volontari che avrebbero dovuto partecipare a un esperimento su delle finte cavie umane. In realtà, le vere cavie dell'esperimento erano proprio gli ignari reclutati. Le finte cavie -in realtà collaboratori dello scienziato istruiti appositamente- stavano legati a delle sedie elettrificate e dovevano rispondere a dei questiti. I reclutati avevano il compito di porre le domande, verificare le risposte e, in caso di risposta sbagliata, infliggere una scossa elettrica alla persona interrogata. L'intensità della scarica elettrica saliva a ogni risposta sbagliata, e andava dal livello "leggero" a quello indicato come "molto pericoloso". L'ultimo livello era indicato come "XXX".
I reclutati perplessi venivano rassicurati che l'esperimento avveniva nella piena legalità e che era della massima importanza che fosse portato a termine una volta iniziato.
Il vero obiettivo di Milgram era verificare fino a che punto delle persone normali e clinicamente sane possano compiere atti atroci e criminali contro altre persone, quando viene richiesto loro da un'autorità riconosciuta e contemporaneamente si vedono garantità l'impunità per l'azione che vanno a compiere.
Naturalmente le finte cavie non ricevevano alcuna scossa, ma simulavano la reazione per ingannare le vere cavie. Il risultato fu che la maggior parte dei partecipanti, pur mostrando disagio o accennando a voler interrompere l'esperimento, si spinse fino a infliggere scosse di livello altissimo. Sotto i loro occhi, a di là di un vetro, l'interrogato gridava, si contorceva, implorava, perdeva i sensi, tremava, sbavava.
Il motivo per cui tutto questo mi fa pensare più alla stupidità che alla malvagità, è che, in diverse varianti dell'esperimento, Milgram dimostrò che più la persona incaricata di dare la scossa era fisicamente prossima alla vittima, più il toruratore diventava titubante e pieno di scrupoli morali. Faceva molta differenza il fatto di sentire o no le grida del torturato, che ci fosse o meno un vetro interposto; che il torturato potesse vedere o meno il torturatore. La scelta tra il bene e il male dipende da una manciata di centrimetri, dal non essere visti, dall'essere rassicurati da un'autorità.
I tedeschi sapevano dello sterminio degli ebrei e non fecero niente. Noi sappiamo che a Gaza hanno ammazzato 1400 civili, di cui 400 bambini, in un massacro durato 20 giorni, neanche un anno fa, e che questo è solo un'intesificazione dell'ordinaria condotta israeliana verso i palestinesi da 60 anni a questa parte, e possiamo permetterci di non esserne più di tanto turbati. Possiamo anzi permetterci di considerare Israele uno stato amico, moderno, democratico.Possiamo avere con esso rapporti privilegiati, diplomatici, economici e militari. Possiamo perfino permetterci di ostracizzare chi descrive Isreale come uno stato criminale e razzista, dandogli dell'antisemita.
Milgram rivela l'esistenza negli individui di una specie di dispositivo di tutela della tranquillità. E' un po' come sapere che se spingo questo pulsante, la persona nella stanza accanto resterà carbonizzata, ma io non sarò mai punito per questo, la mia reputazione sociale non ne risentirà in alcun modo. Allora, se il capo me lo chiede e io non voglio grane, lo spingo.
Non sono cattivo. Sono stupido.

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